I vini 'puliti' della tenuta Montauto
A Roma, Riccardo Lepri ha presentato i vini della sua Tenuta Montauto, che hanno duettato con lo splendido pranzo a base di pesce del ristorante Al Ceppo. I piatti della cucina del ristorante di via Panama come al solito sono risultati eccellenti e di ottima creatività, dettati dalla coppia Cristina e Caterina, mamma e figlia che conducono il ristorante. Gamberi al vapore con maionese alla bottarga, crema di zucchine con vongole, spaghettoni ai totani e spigola in guazzetto.
La tenuta di Montauto al Km 10 della Campigliola a Manciano (GR), appartiene alla famiglia Montauto da più di 60 anni, è passata di generazione in generazione e Riccardo ha saputo valorizzarla e darle una visione del futuro.
Negli anni ’80, il Fondatore Enos mette a dimora i primi vigneti di Sauvignon Blanc. Benché all’epoca si sapesse ancora poco di zonazioni ed esposizioni, la distanza di soli 10 km in linea d’aria dal mare di Capalbio, gli indica la strada enologica da seguire: quella dei vini bianchi.
Nel 2000, il nipote, Riccardo Lepri, fresco di laurea in Economia e Commercio all’università di Siena, decide di dedicare la propria vita al vino ed alla terra rossa di Montauto.
E’ un ritorno alle origini convinto e consapevole, ma nonno Enos vuole verificare le sue motivazioni e lo sottopone ad un anno di tirocinio che somiglia molto di più ad un addestramento marziale.
E’ in questo periodo che Riccardo “impara” la terra e la materia e scopre la grande emozione di produrre vino.
Nasce così, sotto l’occhio vigile e orgoglioso del capostipite, una nuova generazione di viticoltori e nel 2003 esce la prima annata firmata Riccardo: un Sauvignon made in maremma.
Questo vino, apprezzato in tutto il mondo, rappresenta il frutto di un pionierismo enologico volto a realizzare vini bianchi in una terra considerata vocata solo ai rossi.
Sul sentiero già tracciato da nonno Enos, Riccardo riesce a trasformare questo territorio in terroir, valorizzandone le caratteristiche naturali, quali la composizione del suolo argilloso e ricchissimo di minerali fulgenti come il quarzo, la vicinanza del mare ed il vento, e dare vita ad un’ azienda sana, capace di sostenersi da sola e di parlare tramite i suoi prodotti.
La famiglia dei produttori
Il vino ha una duplice natura: materiale, in quanto frutto di un lavoro e immateriale, in quanto espressione di una progettualità e di una filosofia di produzione.
Ecco perché può considerarsi il prodotto artigianale per eccellenza, ed ecco perché a Montauto amano definirsi da sempre “semplicemente artigiani”.
“Quando compri qualcosa da un artigiano non compri un semplice oggetto, compri centinaia di ore di esperimenti, fallimenti e prove. Compri giorni, settimane e mesi di frustrazione e momenti di pura gioia: Non stai comprando un oggetto ma un pezzo di cuore, una parte dell’anima, un momento di vita di qualcun altro. Compri dell’artigiano il tempo impiegato per fare quello che è la sua passione e il tuo piacere.”
Un vino, tuttavia, per essere artigianale necessita di una serie di accorgimenti che vanno a beneficio esclusivo dello stesso prodotto e di chi lo beve.
Vendemmie scalari e manuali, svinature, analisi costanti e cura maniacale delle vigne sono necessari per ottenere vini sani, con bassi livelli di solforosa, definiti negli aromi e ricchi di naturale complessità; vini artigianali appunto.
Bevibilità ed eleganza sono il motto dell’azienda che nei suoi prodotti non ricerca struttura e potenza ma complessità ed un’identità decisa ed indelebile dei vitigni che vinifica.
Per questo motivo a Montauto si è fatta la scelta di valorizzare Pinot Nero e Sauvignon Blanc, anziché seguire la strada, fin troppo scontata di piantare il classico sangiovese o il taglio Bordolese che si trovano sulla costa.
La sfida è quella di esaltare alcuni vitigni, anche in zone diverse da quelle classiche di produzione e di offrire ad un consumatore, appassionato e curioso un prodotto semplice ed integro e fatto ad arte.
L’azienda ha una superficie totale di 200 ettari, di cui 14 coltivati a vigneto, 8 a oliveto e 40 a seminativo.
Tutto il resto è coperto da boschi sconfinati che si susseguono fino al mare regalando un isolamento che si può definire, senza ombra di dubbio, privilegiato.
Il mare non si vede ma si intuisce nel vento che soffia da ovest ed asciuga le vigne sanificandole dall’umidità e scongiurando il rischio di malattie. Questo consente di limitare allo stretto necessario i trattamenti in vigna.
I vini Montauto sono “vini puliti”, frutto di un’ecologia di pensiero che abbraccia tutta la filiera dalla terra alla bottiglia.
Si lavora in armonia e nel massimo rispetto della natura
senza utilizzare diserbanti chimici o pesticidi; in vendemmia, ad ogni piccola raccolta, le cassette vengono sanificate con acqua a 100°; le uve vengono sanificate con ozono e messe in cella frigorifera prima di essere vinificate; il vino viene stabilizzato con la naturale tecnica del freddo.
Il risultato di questa maniacale attenzione e cura è un vino biologico e vegano; ecologico sia dal punto di vista ambientale che gestionale.
Tutta questa attenzione è stata coronata dall’ottenimento della certificazione “Verde Dentro” che attesta l’utilizzo esclusivo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. L’azienda ha altresì allestito una colonnina per la ricarica di vetture elettriche e collaborato con Università della Tuscia (VT) per l’utilizzo dell’ozono nel salificare le uve e il materiale di cantina
A Montauto è possibile organizzare visite guidate e degustazioni anche in collaborazione con caseifici e ristoranti locali per sviluppare sinergie e promuovere il territorio.
Attualmente l’azienda fa parte del circuito Capalbio arte e vino in cui tutte le cantine espongono delle installazioni di arte contemporanea.
La famiglia gestisce anche l’agriturismo Le Cascatelle presso le terme di Saturnia e l’Horse Country Hotel Pietriccio Rosso, sempre in Manciano.
Il Vermouth di Tenuta Montauto
All'assaggio dei vini ho avuto piacevoli sorprese: Gessaia Sauvignon 2021
Colore giallo paglierino. Al naso rilkascia note floreali con sentori agrumati e toni minerali. Al palato è corposo, fresco e piacevolmente sapido.
Pinot Nero
Rosso rubino con leggeri riflessi granati. Al naso è intenso e di buona persistenza, le note balsamiche dapprima e i delicati sentori di frutti rossi, poi anche note leggere di spezie. In bocca, è avvolgente, intenso e con una buona persistenza. Equilibrio, finezza, carattere ed eleganza sono gli elementi tipici di questo Pinot Nero.
Enos I Sauvignon 2019
Giallo paglierino dai leggeri riflessi verdognoli. Al naso si schiude con naturalezza ed eleganza su aromi di frutta esotica (frutto della passione) con tracce minerali di pietra focaia. In bocca fresco e affilato, lascia campo a note vellutate e aromatiche, con un finale sapido, armonico e persistente.
Poggio del Crine Pinot Nero Selezione 2016
Le uve raccolte da vecchie vigne del Poggio di Montauto esprime al meglio tutte lepressioni del vitigno
Enos I 2012 Un Sauvignon che ha meravigliato, un vino che ha saputo conservare nel tempo tutte le sue migliori espressioni, rilasciando freschezza e persistenza. Un vino da poter annoverare tra i bianchi da conservare.
Vermouth Montauto
A base di Vermentino, che viene messo in infusione per trenta giorni con le erbo officinali. Assenzio, genziana, camomilla, cardamomo, coriandolo, menta, melissa ed eucalipto. Amaro gradevole ottimo da abbinare ai formaggi.
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